Introduzione alla farmacologia cinese

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Introduzione alla farmacologia cinese

La farmacologia tradizionale cinese

La Farmacologia Cinese – come l’agopuntura, la dietetica, il massaggio Tuina, le ginnastiche Qigong – appartiene al corredo terapeutico della medicina cinese. E’ prevalentemente una fitoterapia, ma è detta farmacologia perché utilizza anche sostanze animali e minerali.
Come pratica terapeutica nasce dall’osservazione della natura, tipica usanza in una società dedita all’agricoltura e alla pastorizia. I primi testi, risalenti al III sec. a C., sono stati trovati nelle tombe di Ma Wuang Dui, nella provincia dello Hunan: si tratta di un rotolo di sete contenente 280 prescrizioni erboristiche per curare 52 malattie.
Nei secoli successivi molti testi furono scritti e fortunatamente tanti sono giunti fino a noi, a testimonianza di un’arte medica viva ed efficace se ha potuto sopravvivere nel tempo.
Tra questi, la Farmacopea del Divino Agricoltore (Shen Nong Ben Cao), che prende in esame 365 prodotti vegetali, animali e minerali e ne elenca il potere curativo; e il Trattato sulle malattie indotte dal freddo (Shang Han Lun) di Zhang Zhong Jing, medico vissuto fra il 150 e il 219 d.C. Considerato il testo fondamentale della Farmacologia Cinese, contiene la discussione dettagliata di 314 ricette. Ancor oggi le ricette sono una guida fondamentale alle prescrizioni per trattare le malattie dovute a invasione da parte di patogeni esterni. Si tratta di malattie infettive acute che, se non trattate tempestivamente, possono complicarsi con interessamento degli organi interni o con la cronicizzazione. L’approccio a questo tipo di affezioni si basa sul principio dell’eliminazione del patogeno finché si trova negli strati superficiali e non si è ancora approfondito.

Farmacologia e dietetica: un binomio inscindibile

La Farmacologia si abbina strettamente alla Dietetica, al punto da essere poco efficace se scissa da quest’ultima: non a caso il famoso medico Sun Si Miao nel VII sec. d. C. durante la dinastia Tang , affermava “con le erbe si migliora, ma con la dieta si guarisce”.
Per ribadire quanto sopra, un buon insegnamento di Farmacologia prevede un’accurata formazione sulle basi fisio-patologiche della MTC e contemporaneamente un altrettanto serio approfondimento della Dietetica secondo la MTC.
L’agopuntura si è affermata in Europa prima della farmacologia, grazie al contributo nell’immediato dopoguerra di medici vietnamiti, in primis il compianto Nguyen Van Ghi. Oggi è conosciuta e utilizzata in tutti gli stati europei. La farmacologia, che in Cina rappresenta una grande risorsa a cui attinge tutta la popolazione, non solo rurale, si è affacciata alla pratica clinica occidentale con evidente ritardo, motivato da oggettivi impedimenti (dalle difficoltà di traduzione di testi specifici e di formazione degli operatori, alla commercializzazione delle materie prime, alle chiusure politiche).

Medicina integrata, una via per il futuro

In Cina esistono migliaia di ospedali nei quali la farmacologia viene utilizzata in associazione alle terapie moderne; tale integrazione di modelli permette ottimi risultati sinergici. Prima di tutto nel campo della riduzione degli effetti collaterali da farmaci; se prendessimo in considerazione malattie come l’asma bronchiale o l’artrite, il terapeuta si trova spesso a lottare oltre che con la malattia anche con gli effetti indesiderati di comuni rimedi quali i cortisonici, i broncodilatatori o gli antinfiammatori.
In mani esperte, il modello di approccio con i fitoterapici, basato sul riequilibrio di quadri di disarmonia, è scevro da effetti collaterali e ha il grande pregio di rendere maggiormente stabili i progressi terapeutici ottenuti, in confronto al trattamento moderno, troppo spesso solo sintomatico.

Conoscere le regole di un nuovo paradigma scientifico

Conoscere la farmacologia può rappresentare per chi già è cultore di altre pratiche della MTC di innestare una “marcia in più” ovvero di poter modificare il decorso di malattie che coinvolgono lo ”yin”.
Per chi non è avvezzo alla terminologia specifica della MTC, yin (materia) e yang (energia) sono i due principi fondamentali della realtà.
La malattia esordisce, in genere, nell’energia yang e se si approfondisce raggiunge gli organi e le sostanze yin.
Normalmente quando la malattia è a livello superficiale l’agopuntura ed il massaggio sono efficaci per risolvere la situazione. Se il fattore patogeno si approfondisce e attraverso i meridiani sbarca negli organi è necessaria una terapia più prolungata e in grado di interagire con la materia (lo yin).
Secondo interpretazioni recenti, nelle malattie infiammatorie croniche (tra cui molte sindromi autoimmuni) lo yin viene progressivamente leso, generando calore e lesione del Qì e del sangue. In questo caso il metodo terapeutico più efficace è la farmacologia affiancata dalla dietetica.
Per poter approfittare della farmacologia cinese in malattie di grande impatto sociale come l’endometriosi, la fibromialgia o il diabete mellito, è necessario conoscere le “regole del gioco” ossia le categorie diagnostiche della MTC. Si tratta di una particolare capacità di vedere la realtà biologica come un complesso unico che interagisce al suo interno e con la natura esterna di cui l’organismo fa parte.
Quindi molti quadri di disequilibrio necessitano un inquadramento che, passando per una anamnesi particolareggiata, l’osservazione della lingua e la palpazione del polso, conduca il terapeuta a stabilire quali sono gli elementi perturbanti. Sono categorie fisiche quali calore, freddo, carenza o stagnazione di sostanze vitali, là dove la medicina occidentale parla di bio-molecole o di microrganismi patogeni. Ad esempio, nel trattamento dell’Herpes Zoster, anziché aggredire il virus della varicella-zoster con antivirali (peraltro non sempre efficaci) la medicina cinese preferisce concentrarsi sulle caratteristiche della malattia, che essa chiama calore-umidità. Le vescicole sono un segno di umidità; il dolore urente è un sintomo di calore. Non a caso nella tradizione popolare la malattia prende il nome di “Fuoco di S. Antonio”. La formula classica utilizzata è la pillola di Genziana per purificare il fegato (long dan xie gan tang) composta da erbe amare e drenanti quali la gentiana scabra, la scutellaria baicalensis, il frutto della gardenia jasminoides.
Se la nevralgia del trigemino è causata dall’invasione del Vento Freddo che blocca la circolazione di qì e sangue nei meridiani del viso si utilizzano rimedi che riscaldano e mobilizzano il sangue, riattivando il normale flusso nei canali.
Nell’ipotiroidismo, che si accompagna classicamente a freddolosità, sonnolenza, stitichezza e scarso dinamismo, si cerca di riattivare la ghiandola con stimoli appropriati. In questo quadro, che si definisce deficit dello yang di rene, si utilizzano formule che contengono principi riscaldanti e tonificanti lo yang come la corteccia e il ramo della cannella. Non si mette “a riposo” la ghiandola con l’ormone tiroxina ma si opera per ripristinare la sua funzionalità perduta.

Tecniche farmaceutiche

Dopo la raccolta nel momento dell’anno più opportuno, le erbe possono venire talvolta impiegate fresche, ma generalmente vengono essiccate. Alcune vengono trattate in maniera peculiare a seconda degli effetti terapeutici ricercati: possono essere tostate, abbrustolite o passate ai vapori di vino per dare più dinamismo; trattate col miele per incrementare l’effetto umidificante, con alcol per potenziarne l’azione mobilizzante, con aceto per svolgere azione astringente; con varie altre modalità a scopo detossificante.
Nella tradizione classica le erbe vengono bollite a fuoco lento per circa 40 minuti. I minerali vengono bolliti più a lungo mentre le erbe profumate più brevemente. Attualmente esistono in commercio estratti secchi concentrati (in genere 1 g di estratto corrisponde a 5 g di erba secca) che vengono assunti in acqua calda oppure in compresse o capsule.
I dosaggi sono piuttosto elevati in rapporto a quelli della fitoterapia occidentale: 50-75 gr. die di decotto e 10 gr. die di estratti secchi sono quantitativi comunemente utilizzati; in Cina le dosi sono generalmente più elevate. Mentre la fitoterapia occidentale ha assunto caratteristiche di terapia dolce e di supporto e viene quindi usata a basso dosaggio, in Cina la farmacologia è impiegata come terapia a tutto campo, e, se necessario, in associazione a terapie occidentali.

Sicurezza d’uso

Le erbe essiccate e gli estratti secchi che anche noi usiamo in massima parte, sono controllati e certificati secondo le leggi della UE, esenti da contaminanti e tossici. I certificati di garanzia di ogni lotto immesso in commercio sono a disposizione delle autorità sanitarie tramite l’importatore belga a cui, come Scuola Tao, facciamo riferimento. Personalmente in 20 anni di professione non ho mai avuto problemi di tossicità, a parte qualche difficoltà digestiva e di intolleranza al gusto. Il mio parere è condiviso anche nel gruppo docenti di Scuolatao.
La buona tollerabilità delle erbe nel singolo paziente, l’efficacia terapeutica, i possibili effetti collaterali soprattutto a carico dell’apparato digerente, nascono dalla accurata personalizzazione della ricetta. È evidente che in un paziente con un “sistema milza debole”, e quindi con difficoltà digestive e alterazioni dell’alvo, la formula dovrà essere accuratamente calibrata qualsiasi sia l’obiettivo che ci si prefigge, pena il fallimento per scarsa compliance.

Attualità della farmacologia cinese

La farmacologia è una scienza in cerca di operatori esperti. Le grandi aziende farmaceutiche hanno scoperto che nelle piante cinesi possono nascondersi principi attivi interessanti da brevettare. In realtà in una ricetta di 7-8 erbe che vengono decotte insieme esistono migliaia di principi attivi interagenti tra loro, per cui diventa difficile capire come funziona ogni singolo ingrediente in termini biochimici. E’ molto meglio applicare le regole scientifiche della MTC per ottenere buoni risultati clinici, risultati comprovati da migliaia d’anni di esperienze.
Questa pratica terapeutica può apportare al sapere moderno una conoscenza più profonda dei meccanismi fisiopatologici che regolano l’organismo umano. Può permettere di curare più alla radice, con meno effetti collaterali e con maggior fiducia sulle capacità autoriparative.
Non ultimo, permette di esercitare una medicina più ecologica che non inquina con i cataboliti dei farmaci e sprona alla tutela della biodiversità vegetale, essenziale per la salvaguardia di quel tesoro botanico rappresentato dalle piante della tradizione medica mondiale.

Il corso biennale di Farmacologia cinese fa parte dell’offerta formativa di ScuolaTao fin dal principio.

Autore: dr. Camillo Luppini – ScuolaTao e StudioTao Piacenza